mercoledì 18 giugno 2008

Fotografare in Calabria

Un commento di un amico e collega arrivato via mail, su quanto accaduto ieri a Papanice.

Quello del fotografo di cronaca sta diventando sempre più un mestiere

difficile: si corrono rischi sempre maggiori e si è comunque malpagati.
Soprattutto in questa terra dove ancora imperversa tanta incultura che
riempie i serbatoi della criminalità.
Quanto accaduto all'amico Agostino che a Papanice stava facendo il suo
lavoro, è il sintomo di qualcosa che continua a non andare.
L'attività delle forze dell'ordine, encomiabile sotto ogni punto di vista,
non basta evidentemente a sdradicare l'incultura della minaccia e della
sopraffazione: servono azioni politiche incisive e decise, culturali e
formative, per dare il coraggio alla gente di Papanice, ai giovani di
Papanice e della Calabria, e permettere loro di ribellarsi alla presunzione
di forza dei criminali.
Le parole, e dopo i giorni di sangue ne sono state dette tante, però non
servono a nulla se non sono seguite dai fatti. Perché se le parole
svaniscono, solo i fatti possono essere fotografati.
Giuseppe Pipita

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